Anno nuovo, DNA nuovo
Viviamo in un mondo in continua evoluzione e siamo circondati da un susseguirsi di cambiamenti, rapidi e spesso repentini, che marcano il nostro cammino.
E’ l’avanzare del tempo – o per alcuni studiosi lo sviluppo dell’attimo presente – a condurci quasi inconsapevolmente a nuovi orizzonti. L’atteso e festoso cenone dell’ultimo dell’anno ci ha appena enfatizzato l’arrivo del 2018: un cambio dunque. Insieme agli anni cambiano anche le persone, e con le persone cambia la società. Variando così l’economia e le industrie, le culture delle aziende non possono rimanere stagnanti ma si devono costantemente adattare ai cambiamenti.
Perché la cultura? La cultura è il DNA del business, un insieme di elementi che nella loro totalità mantengono viva l’organizzazione. Si tratta della somma intangibile della storia dell’azienda, delle tradizioni, delle innovazioni, dei principi, della filosofia, delle procedure, delle politiche, dei successi e degli errori, delle ambizioni, delle paure, delle aspettative, della lingua, dei valori, dei benefici, delle persone che vi lavorano e dei loro comportamenti, dello stile di leadership.
La cultura non è accidentale. Infatti, affinché possa costantemente facilitare la presa di decisioni è necessario controllarne l’andamento, gli aspetti che funzionano e quelli che invece stanno prendendo una direzione diversa. I cambiamenti spontanei sono funzionali all’attività dell’organizzazione o necessitano di un chiaro indirizzo strategico? Se non si interviene con piccole correzioni e spinte mirate alla creazione della cultura desiderata, emergeranno il caos e la perdita di controllo.
Così come qualsiasi trasformazione, anche il cambiamento della cultura organizzativa per avere successo ha innanzitutto bisogno di un forte supporto e committment da parte del CEO. Ma non solo. Non è sufficiente comunicare al resto della popolazione aziendale il tipo di cambiamento che si desidera: le persone devono capirne le motivazioni e sentirsi parte del processo, comprendendone i benefici per loro e per l’intera organizzazione. Questo coinvolgimento e la richiesta continua di metodi innovativi di comunicazione e partecipazione alla vita dell’azienda rispecchiano i nuovi paradigmi di business.
Oggi più che mai, in questo mondo dinamico e ricco di mutamenti in cui la definizione di una nuova cultura aziendale o la revisione dell’approccio di performance management possono fare la differenza, è necessaria una trasformazione della nostra mentalità nell’approccio e nel modo in cui facciamo business. Dobbiamo educarci alla flessibilità e alla capacità di rinnovarci, dobbiamo essere disposti a intraprendere percorsi di scoperta e sperimentazione. Dobbiamo saper delegare coloro che sanno gestire tutto ciò promuovendo forte collaborazione e comunicazione anche in momenti di incertezza.
Gaia Urati
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